Grunden av Pompeji tillskrivs Osci runt 700-talet f.Kr. Detta forntida italienska folk bosatte sig på Vesuvius södra sluttningar, efter loppet av floden Sarno vid den tiden farbar. Pompeji blev omedelbart ett mycket viktigt kommersiellt centrum, tillräckligt för att locka till sig grekernas och sedan etruskernas expansionistiska mål, men de senares nederlag i Cumaes vatten, dekreterade passage av staden under hegemoni av Samniter på 500-talet f.Kr.
Pompeji gick därmed med i Lega Nucerina: under denna period var tuffväggarna befästa och förstorade, ge staden en ytterligare stadsutveckling. Pompeji lyckas etablera sig som den främsta exportören av olja och vin, utnyttja de fria marknaderna i Medelhavet under romarna.
Efter slutet av de samnitiska krigen år 80 f.Kr, den gick definitivt in i Roms omloppsbana och år 89 f.Kr. Publius Cornelius Silla han bosatte sig där tillsammans med en grupp veteraner, byter namn på den Den venetianska kolonin Pompeierna, Sillana.
Den romerska perioden upplevde arkitektonisk och ekonomisk prakt, för att förvandla Pompeji till favoritresmål för det romerska patriciatet e, i kejsartiden, många augustivänliga familjer flyttade hit: byggnader som Temple of Fortuna Augusta och Eumachia Building vittnar om detta.
Under kejsaren Nero led staden omfattande skador på grund av en enorm jordbävning som inträffade i 62 d.C. och återuppbyggnadsarbeten togs i drift omedelbart, som avbröts den 24 augusti av 79 d.C. från Vesuvius katastrofala utbrott.
Ett moln om det lyfte högt, och den var av sådan form och utseende att den kunde jämföras med inget träd bättre än en tall. Verkligen, står upp som på en mycket hög stam, den vidgades sedan till ett slags förgrening; och detta varför, jag antar, höjdes av vinden vid samma tidpunkt då den bildades, sedan, vid vindens givande, övergiven till sig själv eller erövrad av sin egen tyngd, det spred sig brett genom luften och upplöstes gradvis, nu ärlig, nu smutsigt och smutsigt, beroende på om han tog med sig jord eller aska.
(Plinius den yngre)
Utgrävningarna började kl 1748 under Karl av Bourbon, med syfte att ge prestige åt kungahuset: till en början genomfördes inte utgrävningarna på ett systematiskt sätt. Under’ fransk ockupation, I början av 1800, det skedde en ökning av utgrävningsaktiviteten och slutade sedan nästan med Bourbonernas återkomst. Under tiden upptäckten av faunens hus, con il mosaico raffigurante la battaglia di Alessandro. Questo diede linfa alle attività archeologiche: furono progettate opere di scavo sistematiche e dettagliate e introdotto il metodo dei calchi in gesso. Från 1924 – 1961 i lavori passarono ad Amedeo Maiuri con scoperte rilevanti.
Negli ultimi anni gli scavi di nuove aree archeologiche sono stati sospesi, mentre i lavori si stanno concentrando sul restauro e sulla manutenzione degli edifici già portati alla luce.
Itinerario
I luoghi da visitare, entrando da Porta Marina Inferiore a Piazza Esedra (il secondo ingresso dalla fermata della Circumvesuviana “Pompei Villa Dei Misteri”, linea Sorrento – Neapel).
- Quadriportico Gladiatori (VIII – 11)
- Teatro Grande (VIII – 10)
- Teatro Piccolo/Odeion (VIII – 12)
- La casa di Menandro ( jag – 7)
- Casa di Casca Longus (jag – 2)
- Fullonica Stephanus (jag – 3)
- Casa del Larario di Achille (jag – 4)
- L’orto dei Fuggiaschi (jag – 16)
- Necropoli di Porta Nocera (II – 10)
- Anfiteatro Grande (II – 5)
- Praedia Giulia Felice (II – 3)
- Casa della Venere in Conchiglia (II – 2)
- Casa di Octavius Quartio (II – 1)
- Casa degli Epidii (IX – 5)
- Terme Stabiane (VII – 16)
- Lupanare (VII – 18)
- faunens hus (VI – 1)
- Casa dei Vetti (VI – 11)
- Casa degli Amorini Dorati (VI – 12)
- Casa dell’Ara massima (VI – 13)
- Torre XI fino a Porta Ercolano (VI – 16)
- Villa dei Misteri (VI – 19)
- Le terme del Foro (VII – 10)
- Il foro (VII – 6a)
- Tempio di Giove (VII – 8)
- I Granai del Foro (VII – 7)
Uscita Porta Marina Superiore
Visita agli scavi con bambini
Muoversi con il passeggino all’interno degli scavi è davvero molto difficoltoso, il basalto delle antiche strade romane non permette l’uso di mezzi dotati di ruote. Per le persone in carrozzella, verkligen, c’è un percorso apposito segnalato sulla mappa distribuita all’ingresso degli scavi: può essere una buona idea se avete il passeggino con voi. Il marsupio è comunque l’opzione migliore. All’interno del sito archeologico ci sono diversi Baby Point, delle vere e proprie “cassette” di cui chiedere la chiave all’ingresso e debitamente segnalate sulla mappa, dove potete cambiare comodamente il pannolino e allattare il vostro bebè in totale privacy.
Dove pranzare
Se avete intenzione di dedicare tutta la vostra giornata agli scavi di Pompei, l’opzione migliore è organizzare un picnic negli scavi. Sulla mappa che prenderete all’ingresso sono segnalate le varie aree picnic presenti nel sito archeologico. Le borse ingombranti non sono ammesse all’interno degli scavi, quindi cercate di contenere il tutto in una piccola borsa o zainetto. Vi consigliamo di portare tutto da Napoli o da Sorrento, visto che i chioschi intorno agli scavi di Pompei sono molto turistici e con prezzi alti.
A Sorrento potete farvi preparare un ottimo panino caprese alla salumeria Aprea (una sede è a Via Tasso, nel centro storico, il caseificio è all’inizio di via del Mare). Spesso propone anche il “casatiello”, una morbida brioche salata con ripieno di salumi, tipica del periodo pasquale. A Napoli invece potete optare per un panino al volo nei vari bar/rosticcerie alla Stazione Centrale dove troverete anche il punto di ristoro Eccellenze della Costiera per assaggiare i dolci tipici della Costiera Amalfitana.
Per un pranzo vero e proprio:
- Hortus (tel: 081 536 4566): si trova sulla strada tra la stazione e l’ingresso di Porta Marina, è un luogo molto frequentato dai turisti ed offre varie opzioni per un light lunch take-away e una cucina locale in un fresco e piacevole giardino di agrumi.
- Caupona (tel: 081 1855 7911): se volete continuare l’esperienza storica, raggiungete questo ristorante a 5 minuti a piedi da Villa dei Misteri proprio di fronte Piazza Esedra. Prepara le antiche ricette romane di Marco Gavio Apicio servite in piatti di terracotta, camerieri in vesti romane, musica antica e affreschi alle pareti che ricalcano quelli delle case pompeiane.
jag 10 luoghi di Pompei da non perdere
1) Teatro Grande e Odeion (VIII 10)
In un unico complesso si trovano i due teatri della città di Pompei: il Teatro Grande dove venivano messe in scena le opere greche, la fabula atellana e il mimo e poi c’è l’Odeion, all’interno del quale si tenevano principalmente declamazioni di versi poetici e spettacoli musicali, performance che richiedevano uno spazio più raccolto e coperto per evitare la dispersione del suono. Una piccola curiosità: provate a posizionarvi al centro del semicerchio dell’Odeion e a parlare… sentirete la vostra voce amplificata come se aveste un microfono!
2) L’orto dei Fuggiaschi (jag- 16)
L’ Orto dei Fuggiaschi era un vecchio quartiere adibito poi a vigneto nell’ultima fase di vita della città di Pompei. Il nome deriva dal ritrovamento dei corpi di 13 vittime dell’eruzione del 79 d.C. rinvenuti nelle posizioni di fuga verso Porta Nocera prima che venissero cristallizzati da cenere e lapilli. I calchi sono stati rilevati durante gli scavi (1961-62 e 1973-74) con la tecnica della colatura di gesso.
3) Anfiteatro Grande (II – 5)
Costruito nel 70 a.C. cirka, l’Anfiteatro di Pompei è tra i più antichi e meglio conservati al mondo. La struttura era destinata alle manifestazioni sportive e ai combattimenti tra gladiatori e accoglieva oltre 20.000 spettatori. La cavea (gli spalti) è divisa in tre settori: la prima cavea (cioè la prima fila) era riservata ai cittadini più influenti, la media per i “borghesi” e la summa, più in alto, per il resto del popolo.
4) Praedia Giulia Felice (II – 1)
La Praedia di Giulia Felice è un grande complesso risalente al I sec. a.C. ed è una delle prime domus portate alla luce durante gli scavi: si tratta di una villa patrizia con grandi aree verdi su cui si aprono una serie di ambienti residenziali, un impianto termale e un vasto parco. Il nome di Giulia Felice è stato rinvenuto su un’iscrizione dipinta sulla facciata in seguito al terremoto del 62 d.C. (oggi conservata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli) in cui la proprietaria annuncia la locazione di una parte della sua proprietà. Di particolare pregio oltre alle decorazioni della parte privata, anche il quartiere termale, anch’esso riccamente decorato.
5) Il lupanare (VII – 18)
Il lupanare è uno dei luoghi più caratteristici per chi visita Pompei: si tratta dell’antico postribolo della città, suddiviso su due piani con 5 celle al piano terra e 5 al piano superiore. All’interno di ogni cella si trova un letto in muratura su cui venivano poi sistemati stuoie o materassi. Sulle volte di accesso di ciascuna alcova ci sono diversi dipinti a soggetto erotico che probabilmente mostrano il tipo di prestazione offerto dalla prostituta che alloggiava nella cella. Nonostante si trovi tra due strade secondarie, un tempo ed anche oggi è facile trovare il lupanare seguendo i falli incisi sul basolato o sulle facciate di alcune case.
6) faunens hus (VI – 1)
La Casa del Fauno è una delle case più fastose e vaste di Pompei: si estende su circa 3000 mq con un’area destinata ai proprietari e un’altra destinata alla servitù. Il suo nome si deve ad una statua in bronzo, raffigurante un satiro, ubicata nell’impluvium (una vasca progettata per raccogliere l’acqua piovana). La domus è impreziosita da statue, affreschi e spettacolari mosaici, tra cui il famosissimo mosaico raffigurante una vittoria di Alessandro Magno contro Dario e i Persiani (probabilmente la battaglia di Isso), attualmente conservato al Museo Archeologico di Napoli.
7) Villa dei Misteri (VI – 19)
Scoperta tra il 1909-1910, la Villa dei Misteri è una delle domus più affascinanti e misteriose del sito archeologico, probabilmente appartenuta alla famiglia degli Istacidii, fra le più influenti della Pompei di età augustea. La struttura, risalente al I secolo a. C., è stata edificata nel quartiere residenziale sul lato ovest fuori dalle mura cittadine e si affacciava sul mare e ha subito diverse trasformazioni fino all’eruzione del 79 d.C. Il suo nome deriva dalla Sala dei Misteri, il triclinio adornato da uno straordinario quanto enigmatico ciclo pittorico lungo 17 metri e alto 3 meter: la scena sembra rappresentare un rito dionisiaco e l’iniziazione ai suoi misteri, con la coppia divina di Dioniso ed Afrodite (o Arianna) posta al centro della parete di fondo.
8) Il foro (VII – 6a)
Il foro di Pompei è il luogo che più di tutti regala un incredibile impatto visivo: qui potrete ammirare la grande piazza con gli archi onorari, gli edifici della pubblica amministrazione, la basilica, il macellum, la mensa ponderaria, i templi di Apollo e di Giove, della cui statua resta la testa di età sillana (80 a.C. cirka), i templi di Vespasiano e dei Lari Pubblici e l’Edificio di Eumachia. Nel foro si svolgevano le principali funzioni civili, religiose e commerciali, e così come nelle altre città dell’Impero anche a Pompei era riservato solo ai pedoni e quindi l’accesso ai carri era vietato.
9) Basilica (VIII – 2)
Non lasciatevi fuorviare dal nome: la Basilica era l’edificio pubblico (II sec. a.C.) più importante della città, utilizzato sia come tribunale, dove il giudice presiedeva in posizione sopraelevata rispetto alle parti, che come sede per contrattazioni commerciali. Una sorta di foro al coperto con un lungo colonnato che di fatto sostituiva quello all’aperto quando le condizioni meteorologiche imponevano l’utilizzo di luoghi al chiuso.
10) Santuario di Venere (VIII – 1)
Questo importantissimo luogo di culto dedicato a Venere, protettrice della città e della navigazione, era stato istituito già nella seconda metà del II sec. a.C sul pianoro su cui sorge Pompei, rivolto alla valle del Sarno e al mare. i alla fall, solo nella prima metà del I sec. d.C. raggiunge il suo massimo splendore con lavori di ampliamento, ristrutturazione e decorazione marmoree. A questo templio era destinata la lucerna d’oro che probabilmente l’Imperatore Nerone e la moglie Poppea avevano donato al culto della dea, oggi custodita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.